Guido Migliozzi: “Il golf mi ha insegnato a cadere e a rialzarmi. Sempre”

Guido Migliozzi è il volto della nuova generazione del golf italiano. Determinazione, talento e una fame di migliorarsi che non si spegne mai: sono queste le qualità che lo hanno portato a imporsi sul Tour europeo, a vivere l’emozione delle Olimpiadi e a calcare i fairway dei Major. Ma il suo è un cammino fatto anche di cadute, riflessioni e scelte difficili. In questa intervista rilasciata a Golf Magazine, Migliozzi ci accompagna nel dietro le quinte della sua carriera, tra vittorie indimenticabili e momenti che hanno forgiato il suo carattere, in campo e fuori.
Dalla prima vittoria al Tour mondiale
“È difficile individuare un’unica svolta – racconta Guido – ma se penso all’inizio del mio viaggio, non posso che partire dalla vittoria in Kenya nel 2019”. Quell’exploit, arrivato durante il suo primo anno di Tour, è stato il trampolino che lo ha catapultato sulla scena internazionale. “Poco dopo è arrivato il secondo successo, e da lì in poi ho capito che potevo davvero stare con i migliori”.
Tra i momenti più emozionanti, Migliozzi cita l’Open di Francia, con un colpo premiato come “shot of the year”, e la sua prima volta allo US Open, “un’esperienza che mi ha cambiato come giocatore e come uomo”.
Un 2024 tra alti e bassi, ma sempre in movimento
“Sono il primo a dire che questa stagione è stata finora altalenante”, confessa Migliozzi. Un inizio positivo a Dubai, con un solido ottavo posto all’Emirates, sembrava preludere a un’annata di successi. Ma poi sono arrivate settimane complicate: “Quattro tagli mancati, alcuni per un solo colpo. Fa male, ma bisogna accettarlo”.
Nonostante le difficoltà, Guido non perde la bussola: “Nel golf non puoi controllare tutto. Ogni errore, ogni giornata storta, è un pezzo del puzzle. Il mio compito è continuare a lavorare, senza perdere di vista la passione che mi ha portato fin qui”.
La forza della mente nei momenti che contano
In uno sport dove si gioca anche – e soprattutto – contro sé stessi, l’aspetto mentale è fondamentale. “La testa è tutto – dice Guido – soprattutto nei momenti decisivi. Se inizi a dubitare, hai perso in partenza”.
Non ha veri e propri rituali scaramantici, ma si affida alla memoria dei colpi riusciti: “Quando ho un colpo importante, cerco nella mia mente un’esecuzione simile andata bene. Quel ricordo positivo diventa un’àncora, mi dà fiducia e concentrazione”.
Augusta, tra sogno e realtà
Il racconto si fa intimo quando Migliozzi rievoca la sua prima volta al Masters di Augusta: “Un sogno che avevo da bambino, diventato realtà nel 2022. Ricordo ogni istante: l’erba perfetta, l’aria densa di storia, la tensione e la bellezza di quel campo”. Giocare con Francesco Molinari e José María Olazábal nella prova campo, e poi con Fred Couples durante il torneo, ha reso l’esperienza ancora più speciale: “Couples è venuto lui a presentarsi a me e alla mia famiglia. Un gesto semplice ma carico di eleganza e rispetto”.
Sognare ancora in grande
Il percorso di Guido Migliozzi non è certo finito. Anzi, ha tutta l’aria di essere solo all’inizio. “Voglio tornare ad Augusta, voglio vincere un Major. So che sarà dura, ma è questa la bellezza del golf: non smetti mai di imparare”.
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