Da ex membro di una gang di motociclisti a campione di golf: la storia di Ryan Peake sembra uscita da un film, ma è pura realtà. L’australiano ha trionfato nel 104° New Zealand Open, assicurandosi un posto nel prestigioso British Open. Un successo che segna la sua definitiva rinascita, dopo aver trascorso cinque anni in prigione.
A 31 anni, Peake ha descritto la vittoria come “un momento che cambia la vita”, dopo aver centrato un putt decisivo da 2,5 metri alla 72esima buca, evitando uno spareggio con l’australiano Jack Thompson, il sudafricano Ian Snyman e il giapponese Kazuki Higi. Con un giro finale da 66 colpi, ha chiuso il torneo a -23 sotto il par, portando a casa un premio di circa 112.000 dollari (200.479 NZD).
Dalle sbarre ai fairway: una seconda possibilità
La carriera di Peake sembrava promettente fin dai tempi del golf giovanile, quando era compagno di squadra di Cameron Smith. Tuttavia, all’età di 21 anni, la sua vita ha preso una piega drammatica: condannato a cinque anni di carcere per aggressione, Peake era membro della gang fuorilegge Rebels in Australia. Il suo passato criminale ha persino ritardato il permesso per entrare in Nuova Zelanda, ostacolando il suo percorso di rinascita.
Uscito di prigione, ha deciso di riprendere in mano la sua vita e tornare al golf con il supporto della sua famiglia e sotto la guida del coach Richie Smith. Grazie al suo talento e alla sua determinazione, ha conquistato la carta per il tour Australasian e, con questa vittoria, ha dimostrato di poter competere ai massimi livelli.
Una vittoria che cambia tutto
“Ho sempre saputo di poterlo fare, era solo questione di tempo”, ha dichiarato Peake dopo la vittoria. “La mia famiglia, il mio team e tutti quelli che mi sono stati vicino hanno sempre creduto in me. Ma la cosa più importante è che ci ho creduto anch’io”.
Domenica, al Millbrook Resort di Queenstown, Peake ha iniziato l’ultima giornata con un ritardo di quattro colpi rispetto al leader Guntaek Koh della Corea del Sud. Ha preso il comando per la prima volta alla 67esima buca e ha mantenuto la concentrazione, chiudendo il torneo con una straordinaria serie di 55 buche senza bogey.
“Ho cambiato la mia vita”, ha detto con emozione Peake. “Questo è ciò che voglio fare: essere qui, giocare a golf e guardare avanti. La mia storia è ciò che è, ma ora sono un golfista e voglio dimostrarlo al mondo”.
Con questa vittoria, Peake non solo scrive una pagina memorabile nella sua vita, ma si guadagna anche il diritto di sognare in grande: il British Open lo aspetta, pronto a testare la sua incredibile determinazione.